martedì 27 novembre 2012

Nuovi scenari di lavoro: i coach motivazionali In tempi di crisi, il tema “Lavoro” è sicu­ra­mente uno dei più caldi, per la dif­fi­coltà nel tro­varlo e nel man­te­nerlo. Come aiu­tare coloro che si alzano ogni mat­tina accen­tando man­sioni non in linea con il loro per­corso, o mana­ger affer­mati ormai in crisi e diso­rien­tati dai mille cambiamenti? A seguire alcune inte­res­santi ricer­che e stru­menti per capire e accen­dere la motivazione. Phil Jack­son, ex coach dei LA Lakers disse: “ Io non motivo i miei gio­ca­tori, non puoi moti­vare qual­cuno, tutto ciò che puoi fare è creare un ambiente moti­vante e sti­mo­lante, poi saranno i gio­ca­tori ad auto-motivarsi”. Non posso che essere d’accordo ma, prima di spie­garne il motivo, vor­rei fare alcune pic­cole ma utili pre­messe. Innan­zi­tutto esi­stono le moti­va­zioni estrin­se­che ovvero tutti quei fat­tori esterni che spin­gono all’azione, come ad esem­pio le ricom­pense e/o il denaro , e le moti­va­zioni intrin­se­che ovvero det­tate da fat­tori interni alla per­sona come la pas­sione e l’interesse. Un luogo di lavoro dovrebbe essere moti­vante quindi gene­rare una serie di moti­va­zioni estrin­se­che all’individuo, ciò che invece farà si che l’individuo dia il mas­simo dipen­derà solo da lui stesso. Il sistema della ricom­pensa si basa sul mec­ca­ni­smo del con­di­zio­na­mento dove l’azione è det­tata dalla legge di causa ed effetto. Que­sto tipo di ricom­pensa ha per il lavo­ra­tore un effetto nell’immediato, egli cioè è sti­mo­lato a ter­mi­nare un com­pito per­chè, una volta finito, avrà la sua ricom­pensa. Que­sto tipo di moti­va­zione non lo ren­derà felice e sod­di­sfatto nel lungo periodo, poi­ché una volta ter­mi­nato il com­pito e rice­vuto la ricom­pensa egli tor­nerà allo stato inziale. Cosa fare quindi? Asso­ciare fat­tori esterni a quelli interni cer­cando di dare ai lavo­ra­tori più con­trollo (respon­sa­bi­liz­za­zione), offrire oppor­tu­nità di cre­scita facen­doli sen­tire impor­tanti (valorizzazione). Il denaro rara­mente si è dimo­strato essere il metodo più effi­cace, al con­tra­rio invece dare valore ai dipen­denti e lasciar loro creare valore è spesso una delle più alte moti­va­zioni a lavo­rare meglio. Come? Gli stu­diosi con­si­gliano di par­tire da alcuni steps: “start small” ovvero dare a se stessi degli obiet­tivi facil­mente rag­giun­gi­bili all’inzio per poi aumen­tare il livello di difficoltà/complessità, “moti­va­tio­nal tools” seguire semi­nari e leg­gere libri che aumen­tino la cono­scenza e la padro­nanza di una materia/settore ed infine “do some­thing” ovvero pas­sare all’azione, poi­ché il feed­back rice­vuto dopo una deter­mi­nata azione moti­verà a ripe­tere l’azione. Quando invece la spinta moti­va­zio­nale pre­cede l’azione, ovvero siamo moti­vati a fare qual­cosa solo pen­sando all’incentivo prima di com­piere l’azione che ci per­met­terà di rag­giun­gerlo, è nega­tivo. Prima si agi­sce e poi si trova pia­cere nel fare ciò che abbiamo fatto, solo così avremo la spinta interna a ripeterlo. Incre­men­tare la pro­dut­ti­vità lavo­ra­tiva moti­vando i dipen­denti non è così facile, i tra­di­zio­nali bene­fit come sconti, viaggi ecc. sem­brano non inte­res­sare poi così tanto, così l’anno scorso il Sig. Tom Taraci ha intro­dotto un sistema di “Vir­tually moti­va­tion”. L’idea non è affatto banale se si con­si­dera che nume­rose ricer­che hanno dimo­strato che avere un partner/coach vir­tuale durante lo svol­gi­mento di una atti­vità influenza la moti­va­zione del par­te­ci­pante miglio­rando la sua prestazione. La Taraci moti­va­tion è una piat­ta­forma sca­ri­ca­bile anche come app che com­prende un cata­logo di incen­tivi e regali azien­dali per i dipen­denti, oltre che ad una serie di ser­vizi come: sistemi di ricom­pense ai dipen­denti per aver svolto un buon lavoro, cele­bra­zione di feste annuali o anni­ver­sari per i dipendenti, incoraggiamento creando un ambiente di lavoro sicuro ed ecofriendly. Data la com­ples­sità dello sce­na­rio credo che una buona solu­zione possa essere il man­te­nere fede alla tra­di­zione, ovvero lasciare che gli indi­vi­dui tro­vino all’interno ciò che li spinge a dare di più, aiu­tan­doli con stru­menti esterni. Le Risorse Umane dovreb­bero mag­gior­mente occu­parsi di que­sta tema­tica cer­cando di inse­rire la per­sona giu­sta nel posto giu­sto, in modo che ogni indi­vi­duo trovi il suo habi­tat otti­male per espri­mersi al meglio, aumen­tando la pro­dut­ti­vità dell’azienda ed essendo allo stesso tempo una per­sona felice e soddisfatta.

martedì 20 novembre 2012

Perché alcuni team hanno successo (e così tanti no). Negli ultimi anni i Gruppi di Lavoro sono stati studiati fino alla morte, e i verdetti sono stati emessi. Sono un successo e un disastro. Questi portano a grandi miglioramenti della produttività e si esauriscono inutilmente. La gente li ama e li odia.In realtà, afferma professore di psicologia J. Richard Hackman della Harvard University , i ricercatori hanno trovato che i gruppi di lavoro si riuniscono alle estremità opposte della linea del successo. Molti funzionano splendidamente; molti altri falliscono miseramente. Pochi stanno nel mezzo.La buona notizia è che i gruppi sono stati ben studiati e che molte persone in molte aziende hanno lavorato a lungo in gruppo. Tutta questa ricerca e l'esperienza hanno prodotto una nuova opinione su ciò che distingue i successi dai fallimenti. Ciò che più conta, si scopre, è come i gruppi sono gestiti e se le organizzazioni di cui fanno parte li dotano del supporto di cui necessitano. L'atto di bilanciamentoI Managers responsabili per le prestazioni del team spesso cadono in una di due trappole. Alcuni continuano a comportarsi come capi tradizionali, dicendo al gruppo che cosa fare e come farlo. Altri pensano di “dare potere” al gruppo mantenendo una politica passiva. Nessuno dei due approcci funziona. Il lavoro del manager, scrive Hackman in uno studio sul lavoro di squadra, è quello di "mantenere un giusto equilibrio di potere" tra lui e la squadra.Che cosa significa questo in pratica? Da un lato, i manager devono precisare gli obiettivi della squadra in modo inequivocabile e senza scusarsi. Questo fa in modo che i gruppi non si perdano su quello che dovrebbero fare. "Per impostare, autorevolmente, una chiara direzione, impegnativa per una squadra ", dice Hackman,"è necessario conferire potere, non toglierlo". "D'altra parte, l'autorità decisionale sui mezzi per raggiungere il fine dovrebbe restare all’interno della squadra stessa. I membri del team possono agire come una squadra solo se loro stessi hanno una responsabilità reale, come la determinazione delle modalità per raggiungere i loro obiettivi.L'esperienza pratica ha insegnato un'altra lezione sull’autorità dei gruppi: la portata della loro libertà di azione può e deve cambiare nel tempo. "Quello che incoraggiamo [i managers] a fare è di cominciare molto lentamente e mantenere i confini molto stretti", spiega Tom Ruddy, un ex manager di Xerox Customer Worldwide Services. "Il gruppo, come inizia a crescere e ad ampliarsi, ad assumersi responsabilità, inizia a spostare questi confini al di fuori." Anche con i team di successo, dice Ruddy, un manager deve essere coinvolto. Anche se una squadra può avere un sacco di potere decisionale, ci deve essere un manager che scruta l'orizzonte per determinare la direzione verso la quale la squadra deve dirigersi. Imparare a lavorare in gruppoI gruppi devono essere addestrati al lavoro di squadra: i membri spesso hanno bisogno di aiuto in termini di competenze come l'ascolto, la comunicazione con diversi tipi di persone, e restare focalizzati sull’incarico. Questa non è una novità. Ma le aziende hanno imparato, spesso a caro prezzo, che l'approccio comune di "addestra prima e 'raggruppa' poi," non è efficace.Un'alternativa migliore è: la formazione periodica. "Eravamo soliti portare [i membri del team] in una stanza per un percorso di formazione intensiva", dice Ruddy. Ma i membri del team non sapevano che cosa avevano bisogno di imparare. Così Xerox ha ampliato la formazione: una sessione è rivolta a sviluppare norme di comportamento, per esempio, che è seguita da un paio di settimane sul posto di lavoro, poi un'altra sessione per rivedere quelle norme. "La formazione avviene sul posto di lavoro, piuttosto che 'inoculata' tutta in una volta."L'esperienza dimostra inoltre che nulla insegna il lavoro di squadra come lavorare in gruppo per un periodo di anni. I membri non hanno solo da imparare nuove competenze; ma devono anche disimparare i ruoli tradizionali. Linda Savadge dell’Educational Testing Service a Princeton, N.J., ha operato su svariati gruppi. "Ci sono voluti un paio d'anni operando in gruppi differenti, prima che la gerarchia all'interno del gruppo cominciasse a scomparire", dice lei. In Xerox, i membri di un team realizzarono che erano talmente dipendenti dai loro managers da dover adottare misure drastiche. "Abbiamo detto al manager che non gli era consentito di venire alle riunioni" fintanto che la squadra ha funzionato meglio di per sé, dice Rick Crumrine, un customer-service engineer. Obiettivi e misure di performanceI ricercatori sanno da tempo che ogni squadra di successo è focalizzata sulla prestazione. Il team ha una serie ben definita di obiettivi e concorda i metodi per il loro conseguimento. Ed in più, i membri contano l’uno sull’altro per la prestazione di tutto il gruppo. Queste caratteristiche distinguono una squadra vera da un reparto convenzionale o un’unità lavorativa. "Una squadra", ha scritto Jon R. Katzenbach e Douglas K. Smith in un articolo classico Harvard Business Review, "è un piccolo numero di persone con competenze complementari, che si è impegnato in uno scopo comune, stabilisce la performance degli obiettivi e l'approccio per il quale devono contare gli uno sugli altri reciprocamente".Ma gli obiettivi e le responsabilità richiedono misure che permettano ai team di valutare i loro progressi. Un marchio di un team di successo è che i membri capiscano questa cosa e progettino le proprie misurazioni. Il gruppo di Crumrine, per esempio, ha notato alcuni problemi di prestazioni e ha portato nel processo misurazioni che hanno permesso ai membri di valutare il loro lavoro giorno per giorno. "Invece di aspettare che Xerox ci inviasse le informazioni su come avevamo lavorato, durante il mese potevamo verificare a che punto eravamo in qualsiasi momento".L’ultima idea sulle misurazioni delle performance: le misure devono essere connesse agli obiettivi di business, non solo agli obiettivi operativi. Piuttosto che perseguire un obiettivo di una consegna in tempo migliore, per esempio, i team devono concentrarsi sia sul tasso di consegne in tempo che sul suo rendimento nel business – la soddisfazione del cliente, la fidelizzazione del cliente, e similari. "Le squadre hanno bisogno di capire l'ingrediente del business di quello che stanno facendo e come lo possono influenzare", afferma John Spencer, ex direttore della Camera Technical Center Eastman Kodak (Rochester, N.Y.).Vedere il quadro più grande aiuta i membri a bilanciare gli obiettivi multipli e talvolta conflittuali. Aiuta anche a capire quando è il momento di dichiarare la vittoria - o la sconfitta - e andare avanti. "Non abbiamo nessun problema a dire: "Cancelleremo questo,", dice Spencer, dal momento che i team alla Kodak conoscono le ragioni dietro la decisione del business e possono "focalizzarsi nuovamente attorno a qualcosa che abbia un senso per il [business]." Supporto dell’AziendaQuando i team divennero popolari, molte aziende li costituirono e subito se ne dimenticarono. Da allora, i ricercatori ed i professionisti hanno imparato che le squadre di successo richiedono un costante sostegno da parte di tutta l'azienda o unità. Tale sostegno può comportare grandi cambiamenti. L'orientamento e la formazione, per esempio, devono essere orientati verso il lavoro di squadra. I Managers possono avere bisogno di essere assegnati al lavoro sui team in modo da avere un'esperienza diretta con le problematiche correlate al team. Joseph Reres, un partner della Potomac Consulting nelle Great Falls, Virginia, raccomanda la creazione di uno "steering committee" per monitorare il lavoro dei teams e che garantisca che i managers aiutino anziché ostacolino, il lavoro di squadra. Le aziende stanno iniziando a confrontarsi con altre forme di sostegno, e non tutti lo hanno fatto con successo. Due settori chiave: La valutazione e la compensazione. "Una delle cose più difficili per una società è quello di riconoscere che se hanno costituito dei teams, hanno necessità di instaurare riconoscimenti per i teams", ha dichiarato Fritz Mehrtens, un consulente leadership a Irvine, in California "Le Aziende dicono, bene, abbiamo una revisione annuale delle prestazioni, e diamo bonus [individuali], promozioni, tutto questo basato su tale revisione. Questo tende a distruggere il team ed è una parte fondamentale della struttura di sostegno che la società deve cambiare ". Sistemi di informazione e di accesso. I teams non possono funzionare a meno che non ottengano una buona informazione. I dipartimenti IT, per esempio, possono aver bisogno di creare sistemi che garantiscono al gruppo dei dati specifici. E gli alti dirigenti devono essere pronti a dare alle squadre le informazioni necessarie. "Ciò significa che l'amministratore delegato non deve essere turbato se un membro del team cammina nel suo ufficio e dice: 'Ho sentito che hai detto questo e quello, e ho bisogno di saperne di più," dice Mehrtens. "La società ha bisogno di sviluppare una cultura aperta, che consenta ai membri del team di comunicare ovunque desiderino."Alla luce di questo, dice Hackman di Harvard, "le condizioni per promuovere l'efficacia del team sono facili e apparentemente semplici da mettere in atto." Ma ciò che è necessario per il successo può essere uno strappo nel cambiamento organizzativo, minacciando la corsa e gli interessi dei potenti all'interno del società. In effetti, la creazione di condizioni che rendano i team di successo è "più rivoluzionario del processo evolutivo".Questo non è un ragionamento contro le organizzazioni basate sui team, che può avere ritorni enormi. Ma è un ragionamento per prendere i team sul serio, valutare se possono lavorare, e fare ciò che deve essere fatto per aiutarli ad avere successo. Lasciati alla loro immaginazione, non ce la faranno.
Il cliente oggi è un sog­getto che sente sem­pre più il biso­gno di inte­ra­gire con il brand, esi­gendo che que­sto si ponga ad un livello pari, che accetti e desi­deri lo scam­bio di opi­nioni. È que­sta la con­vin­zione uni­ver­sal­mente accet­tata tra gli addetti ai lavori e che spesso viene data per scon­tata. Forse troppo. Sono signi­fi­ca­tivi in que­sto senso i dati, ripor­tati da Socialbakers.com, in un post che appro­fon­di­sce quanto, effet­ti­va­mente, la custo­mer care online dei brand sia attenta alle esi­genze degli utenti. Sarebbe ovvio aspet­tarsi che quando una marca decide di tes­sere le pro­prie rela­zioni con i clienti, que­sta sia pro­pensa a dia­lo­gare con la pro­pria audience, rispon­dendo alle loro domande (o quan­to­meno ad una netta mag­gio­ranza) e facen­dolo nel minor tempo pos­si­bile, in modo che l’interazione possa essere fluida. Quello che con­cre­ta­mente avviene è spesso molto diverso. I dati ripor­tati da Social­ba­kers par­lano chiaro: il 70% delle domande su Face­book ven­gono igno­rate. Addi­rit­tura, il 25% dei brand decide di “chiu­dere” la pro­pria bacheca, evi­tando le domande degli utenti e rinun­ciando in modo totale al dia­logo. Sem­bra che, ad un cliente ormai dive­nuto con­sa­pe­vole di quelle che sono le dina­mi­che di mer­cato e capace di scelte sem­pre più per­so­nali e auto­nome, non cor­ri­sponda da parte dei brand una ade­guata con­sa­pe­vo­lezza delle nuove dina­mi­che comunicative. Distin­gue­rei, sem­pli­fi­cando, tre cate­go­rie prin­ci­pali della comu­ni­ca­zione web, che deri­vano da dif­fe­renti approcci comu­ni­ca­tivi: il web come vetrina, lo scam­bio tronco e la comu­ni­ca­zione social-izzante. Il primo, ormai ridut­tivo, approc­cio alla comu­ni­ca­zione web con il cliente, con­si­ste nell’utilizzare lo spa­zio web come una vetrina, tra­mite la quale met­tersi in mostra. Era que­sto l’approc­cio dei primi siti inter­net all’epoca della loro prima dif­fu­sione in massa. A guar­dare bene però, la logica comu­ni­ca­tiva di quel 25% dei brand che deci­dono di chiu­dere le pro­prie bache­che ed evi­tare il dia­logo, è la stessa di quell’internet fatto di modem 56k e Nap­ster. L’errore che spinge ad un tale ridut­tivo approc­cio è quello di soprav­va­lu­tare la pro­pria intrin­seca forza per­sua­siva. Que­sta divi­niz­za­zione del pro­prio brand è ora­mai inat­tuale e risponde a cri­teri di comu­ni­ca­zione uni­di­re­zio­nale che hanno oggi una effi­ca­cia asso­lu­ta­mente limi­tata e circoscritta. La seconda cate­go­ria si rife­ri­sce all’approccio di quei brand che pro­vano a coin­vol­gere l’utente, non solo ripor­tando le noti­zie e pro­po­nendo ini­zia­tive ma ren­dendo l’utente par­te­cipe di quello che è il pro­prio uni­verso di valori. Tut­ta­via que­sto atteg­gia­mento pro­po­si­tivo, teso ad accom­pa­gnare gli entu­sia­smi dei clienti, si tra­sforma troppo spesso in un atteg­gia­mento di chiu­sura quando ad essere espressi sono le cri­ti­che, il mal­con­tento, le domande sco­mode. Una scelta di que­sto tipo deriva dal timore di pro­te­ste o attac­chi al brand. Il rap­porto con i fan è vivo solo quando il feed­back è posi­tivo, ma il brand evita il dia­logo costrut­tivo sui temi più controversi. Un social media mana­ger capace dovrebbe invece non solo accet­tare le cri­ti­che, ma tro­vare in esse, più ancora che nelle mani­fe­sta­zioni di entu­sia­smo, l’occasione per mostrarsi attento ed inte­res­sato ai biso­gni e agli umori del cliente. Non rispon­dere ad una que­stione sol­le­vata da un utente non equi­vale sol­tanto ad assu­mere una posi­zione neu­tra ma indi­spet­ti­sce il pro­prio tar­get rischiando di ren­derlo dif­fi­dente o addi­rit­tura ostile. D’altro canto una par­te­ci­pa­zione inte­res­sata e coin­volta da parte della marca alle pro­ble­ma­ti­che o alle pre­oc­cu­pa­zioni dei fan, raf­forza il vin­colo di fidu­cia ed è qui che il brand si mostra come per­sona e ponen­dosi allo stesso livello del sin­golo cliente, costrui­sce la relazione. La carat­te­ri­stica intrin­seca di un social media con­si­ste nel suo essere uno spa­zio desti­nato allo scam­bio comu­ni­ca­tivo. Tale scam­bio dovrebbe essere il più pos­si­bile spon­ta­neo e libero da vin­coli. È indub­bio che la capa­cità di con­ver­gere l’attenzione del pub­blico, rende il social media un mezzo per­fetto tra­mite cui i brand pos­sono sta­bi­lire rela­zioni. Pur­chè que­sto avvenga però, è neces­sa­rio che il brand accetti e con­di­vida le regole del con­te­sto in cui ha scelto di muo­versi. In fondo la grande poten­zia­lità di un social net­work è pro­prio quella di con­net­tere due entità e farle “diven­tare ami­che”. Il brand, in que­sto, non è un’eccezione.

giovedì 15 novembre 2012

Il suo spettro gira ancora per l'Europa. Chissà se questa frase scritta da Marx sia ancora attuale nel periodo che stiamo vivendo oggi. In Europa si stà risvegliando un senso comune di riscatto o forse di vendetta sociale, che fino ad oggi era stato assopito da una sbornia di benessere collettivo, che ha chiuso gli occhi alle persone per molti decenni. Questa situazione insostenibile che si è venuta a creare ha fatto aprire gli occhi alle persone e alle generazioni più giovani. In questo periodo come è stato battezzato " di crisi", bisogna far si che i poteri forti ( come banchieri, grande finanza, broker,speculatori, politici corrotti) debbano cadere, per far ritornare le popolazioni a vivere bene e non essere angosciati dalla crisi che loro hanno creato e che loro pagheranno non noi. La vera rivoluzione nasce dentro di noi.

martedì 16 ottobre 2012

B&B Le Isole

Vuoi trascorrere un weekend,una settimana o semplicemente qualche giorno nella splendida città di Sorrento? Scegli il B&B Le isole, è strategicamente ubicato nel centro di Sorrento, a pochi passi dal mare, dalla centralissima e famosa Piazza Tasso.E’ la soluzione ideale per soggiornare a Sorrento in un luogo tranquillo e centrale. A 50 mt. dalla Stazione di Sorrento - CircumVesuviana per visitare le famose località di Pompei, Positano, Amalfi, etc. Dal Porto invece si potranno raggiungere Capri, Ischia, Procida e Napoli. I suoi ambienti sono in sintonia con la disponibilità del personale e lo spirito di una terra ricca di cultura e tradizioni. La posizione centrale favorisce il contatto con l'esuberante vita notturna, il piacere dello shopping sulle vie di Sorrento, le tante spiagge vicine. Oltre alla qualità offriamo prezzi adatti ad ogni tasca e costruiamo la tariffa sui bisogni del cliente. Per info chiamare al numero 339 50 61 487

giovedì 13 settembre 2012

CScore: dalla tua pagina facebook ti dirò chi sei.

Mi sono imbat­tuta
in que­sto inte­res­sante arti­colo gra­zie al recente ottimo pod­cast di Social Media Exa­mi­ner sulla psi­co­lo­gia delle inte­ra­zioni umani nei social Net­work in cui l’autore lan­ciava la sco­perta della set­ti­mana: l’indice CScore appunto. Si tratta di un tool gra­tuito che ana­lizza la tua pagina Face­book for­nen­doti dati utili rela­tivi all’impronta che stai dando al tuo mar­ke­ting su Face­book: basta digi­tare il nome della pagina e CScore resti­tui­sce una serie di infor­ma­zioni come un pun­teg­gio com­ples­sivo, un’etichetta e delle stelle che misu­rano il tuo livello in dif­fe­renti categorie. Accolto con grande inte­resse dai mag­giori esperti di social media sulla piazza l’indice, ancora in ver­sione β, sem­bra all’apparenza un fra­tello minore di Klout, ma penso sia giu­sto spie­garne la filo­so­fia di fun­zio­na­mento per­ché può essere dav­vero utile per chi gesti­sce una Pagina Facebook. CScore ana­lizza la popo­la­rità di una pagina che non è sino­nimo di suc­cesso su Face­book. Le inte­ra­zioni di qua­lità sono ciò che con­trad­di­stin­gue una grande pagina da una “sola­mente” popo­lare. I para­me­tri uti­liz­zati da Recommend.ly per sta­bi­lire il suc­cesso di una Pagina sono: 1.“Broa­d­ca­sting”, la capa­cità di tra­smis­sione ovvero quanto spesso la Pagina inco­min­cia con­ver­sa­zioni uti­liz­zando aggior­na­menti (upda­tes), postando foto o video, facendo domande; 2.“Response to Fans”, che ana­lizza in quanti self-post e fan-post la Pagina par­te­cipa, aggiun­gendo valore alla conversazione; 3.“Vira­lity”, ossia quanto virale è il con­te­nuto della Pagina.: que­sto misura non solo la quan­tità ma anche la qua­lità della rispo­sta dei fan, la vira­lità appunto; 4.“Fan Love” cioè quanto popo­lare è la Pagina per gli utenti Face­book, in ter­mini di numero di fan e rap­porto di coin­vol­gi­mento — quanti sono i fan che vanno oltre il like. Effet­ti­va­mente non è niente di com­pli­cato e col­pi­sce la sem­pli­cità dei risul­tati che com­pa­iono in forma di scheda. Gli autori dicono di non volere tenere l’algoritmo segreto ma sola­mente i pesi dei vari para­me­tri. L’idea è che l’indice debba rap­pre­sen­tare un sistema di pun­teg­gio per misu­rare forze e debo­lezze della tua Pagina e aiu­tarti a cor­reg­gere la situa­zione velo­ce­mente, lo defi­ni­scono il modo più veloce per capire se si è sulla strada giusta. Cosa ana­lizza il CScore? La recente atti­vità della Pagina com­preso con quale fre­quenza si posta, i likes, i com­menti e le con­di­vi­sioni e tutti i dati pub­bli­ca­mente e legal­mente acces­si­bili. Cos’è il “tag del nome”? L’algoritmo di CScore par­to­ri­sce dei nomi biz­zarri (Viral Won­der, Con­ver­sa­tio­na­list ecc…) che sca­tu­ri­scono dal pun­teg­gio com­ples­sivo e dalla com­bi­na­zione dei 4 para­me­tri. Ci sono 81 diversi gradi di valu­ta­zione per le Pagine che si basano sui livelli delle per­for­mance su tutti e 4 i para­me­tri. Il nome-etichetta descrive il carat­tere della Pagina ma non è un giu­di­zio sulla bontà della Pagina, né esi­ste una gerar­chia dei nomi e l’etichetta che ci viene affib­biata non ha niente a che vedere con il pun­teg­gio che otte­niamo, chia­ra­mente per­ché pagine diverse hanno carat­te­ri­sti­che e obiet­tivi diversi e si “com­por­tano” diver­sa­mente. Alcuni esempi: I news net­works ten­dono ad essere Broa­d­ca­ster prin­ci­pal­mente per­ché si occu­pano di dif­fon­dere le noti­zie in tempo reale sui social media. Gli arti­sti e i per­so­naggi famosi, invece, hanno come obiet­tivo la fedeltà dei pro­pri fan e anche la vira­lità quindi non scri­ve­ranno media­mente 15 post al giorno. Allo stesso modo, gli esperti di Social Media sono Con­ver­sa­tio­na­lists e Viral Won­ders. Così un con­su­lente di mar­ke­ting che risulti un Broa­d­ca­ster dovrebbe forse limi­tare il numero di post e pro­vare a gene­rare del con­te­nuto inte­res­sante par­te­ci­pando mag­gior­mente alle con­ver­sa­zioni. Obiet­tivo di CScore è di svi­lup­pare un indice com­pleto e pre­ciso che associ i voti con le eti­chette per ren­dere per esem­pio più mar­cata la dif­fe­renza tra Broa­d­ca­ster con pun­teggi diversi e far sì che pos­siamo alli­neare le atti­vità che rea­liz­ziamo su Face­book con i nostri goal. Sem­pre quando si parla di indici e dati sta­ti­stici dob­biamo usare la nostra intel­li­genza e sen­si­bi­lità e capire che un algo­ritmo non può spie­gare tutto ma che è solo un numero che va inter­pre­tato. Tut­ta­via mi sem­bra che CScore sia uno stru­mento utile che per­mette di darci un’istantanea di come stiamo facendo con la nostra Pagina Face­book e fer­marci a riflet­tere sulla bontà delle nostre azioni. Sarei molto curioso di con­di­vi­dere i risul­tati che otte­nete per le vostre Fan Page e di capire cosa ne pen­sate. Rite­nete di avere otte­nuto un nome e un pun­teg­gio che non rispec­chiano quello che fate o che siete oppure pen­sate che CScore ci azzec­chi? Vi sem­bra utile? Come sem­pre opi­nioni, espe­rienze e com­menti sono benvenuti.

giovedì 6 settembre 2012

De Magistris tra noi

Ieri a Via Caracciolo, il sindaco De Magistris ci ha fatto un grande regalo. La sua presenza al nostro stand di è stata la prova dell'importanza di ciò che, con passione e caparbietà, facciamo tutti i giorni. Attenzione e grande rispetto per il lavoro che tanti giovani svolgono sul territorio napoletano e non solo, De Magistris ci ha dato ancora una volta la carica giusta per continuare.

mercoledì 1 agosto 2012

SORRENTO: ARTE, CULTURA, MUSICA E DIVERTIMENTO

Sorrento è una città in cui si mescolano arte, cultura, buona musica, shopping e una vita notturna molto movimentata. Tutti questi fattori rendono questa città un ottima meta di turismo per giovani, persone mature e appassionati di arte. Le spiagge attrezzate, il mare, i costoni che scendono a picco sul mare e la vista di Capri, rende l'atmosfera ancora più magica. Il corso di Sorrento che inizia da piazza Lauro, è una piacevole passeggiata per gli amanti dello shopping e per gli amanti della gastronomia. Nella parte antica di Sorrento si mescolano atmosfere magiche, musica da strada e ci sono tanti posticini carini dove assaporare piatti tipici campani, e per chi volesse bere qualcosa, ci sono vari locali dove si può ascoltare buona musica bevendo un drink. Sorrento è anche un crocevia per scoprire bellezze come Pompei, Ercolano, Capri, Positano, tutte poco distanti e facilmente raggiungibili.

sabato 14 luglio 2012

Trovato morto il figlio di Stallone

È stato trovato morto nella sua casa di Los Angeles Sage Stallone, figlio 36 anni, di Sylvester Stallone. L’attore di ‘Rocky’ è stato raggiunto dalla notizia mentre si trovavava a San Diego per il Comicon, la fiera del fumetto e si sarebbe chiuso nel più totale silenzi e riserbo: «Sylvester è devastato - ha detto ai giornalisti l’agente dell’attore Usa, Michelle Bega –. I suoi pensieri sono ora per la madre di Sage, Sasha». Le cause del decesso di Sage, che alcuni ricorderanno per aver recitato a fianco del padre in Rocky V, non sono ancora chiare anche se da alcune indiscrezioni trapela che a uccidere l’uomo sarebbe stata una terribile overdose di medicinali.

E' uscito il primo film porno di Sara Tommasi

Tommasi, dopo la laurea in economia si è lanciata in una splendida carriera nel mondo dello spettacolo. Epica, la battaglia per il riconoscimento della cellulite come fattore inscindibile del panorama femminile, la ricordiamo come quella che fa prendere aria alle zone intime di fronte alle banche per la lotta al signoraggio. La notizia del giorno è la scoperta, forse, della sua reale inclinazione. In questi ultimi giorni è uscito il suo primo film porno, e subito sono apparse le prime critiche da parte dei guru del porno, come Rocco e Trentalance, che hanno bocciato la Tommasi per la sua performance che al dir loro è stata poco brillante. Per il suo primo film si aspettava un battesimo di fuoco, invece è stato un grandissimo flop. Speriamo che la Tommasi vada a lezioni di recitazione da Rocco per il suo prossimo film.

lunedì 2 luglio 2012

Spagna - Italia 4-0

La squadra di Prandelli, si arrende all' armata spagnola. Al 15° minuto la partita già è stata decisa dal gol di Silva, poi il raddoppio di jordi Alba. Gli azzurri troppo stanchi, e forse demotivati avendo speso tutto contro la Germania. Prandelli alla fine si sente soddisfatto, e dice che la Spagna non si può vincere se non si è al massimo, e loro ci sono arrivati scarichi, e che in futuro a queste competizioni si ci deve arrivare con più tempo a disposizione.

lunedì 18 giugno 2012

Grecia al voto, vincono i conservatori «I cittadini hanno scelto l'Europa»

ATENE - «I greci hanno scelto di restare legati all'Europa. Questa è una vittoria per tutta l'Europa»: così il leader di Nea Dimokratia, Antonis Samaras, che con il suo partito è in testa ai risultati parzialidelle elezioni legislative in Grecia. «Siamo il primo partito: è venuta l'ora di formare un governo di unione nazionale» pro-euro «per uscire dalla crisi», dice in serata Dora Bakoyannis, dirigente del partito conservatore, in testa nei risultati parziali. Gli occhi del mondo sono puntati tutti su Atene, chiamata alle elezioni legislative, riconvocate dopo quelle - inconcludenti - del 6 maggio scorso. Il risultato è decisivo per il futuro del Paese e per la stessa sopravvivenza dell'Euro.

domenica 10 giugno 2012

Giovanni Lindo Ferretti: Annarella

Lasciami qui Lasciami stare Lasciami così Non dire una parola che Non sia d'amore Per me Per la mia vita che E' tutto quello che ho E' tutto quello che io ho e non è ancora Finita Finita...

giovedì 7 giugno 2012

Terremoto in Emilia, trema Ravenna

Il sisma delle 6.08 di questa mattina è stato avvertito da Ferrara ad Ancona. Secondo il ricercatore Mele dell'Ingv, "la scossa di questa mattina non è collegata a quella dell'Emilia del 20 e 29 maggio". Il sindaco Matteucci: "Non ci sono danni in città". Una scossa di terremoto con magnitudo 4.5 si è verificata alle 6.08 con epicentro al largo di Ravenna, ad una profondità di circa 25,6 chilometri, al largo della costa adriatica. Il nuovo evento sismico è stato avvertito anche ad Ancona e Pesaro. Le zone vicine all’epicentro sono Ravenna, Cervia e Alfonsine. Secondo la Protezione Civile, al momento, non si registrano danni a persone o cose. Numerose le chiamate ai vigili del fuoco, carabinieri e polizia. Durante la notte, tra l’altro, erano state “soltanto” sei le scosse rilevate fino alle 6 del mattino, tutte con magnitudo tra 2 e 2.4. Alle 2,25, un altro sisma lieve – di magnitudo 2.9 – si è verificato anche a Benevento. Sisma non collegato a quello dell’Emilia. Non c’è collegamento fra il sisma di questa mattina avvenuto al largo di Ravenna e quello che ha colpito il modenese e in generale, l’Emilia, nei giorni scorsi. Lo conferma Franco Mele, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Si è trattato di un terremoto avvenuto a circa 25 chilometri di profondità, ha spiegato l’esperto, all’estremità orientale di quello che definiamo ‘arco ferrarese’ che si estende fino al ravvenate, opposta all’occidentale dove è avvenuto il sisma dell’Emilia. I due fenomeni non sono collegati fra loro. Quello di Ravenna è un terremoto con movimenti diversi, è avvenuto in profondità, siamo a 80 chilometri di distanza. Il terremoto è stato avvertito su tutto il litorale perchè un sisma che avviene in profondità ha vasta eco”. “I terremoti – ha spiegato Mele - sono generati dalla crosta terrestre che è sempre in movimento, sono lunghi e avvengono in milioni di anni. Un terremoto di magnitudo 4.5 come quello di oggi, genera movimenti di pochi centimetri. La magnitudo 4.5 non ha causato danni proprio perche’ il sisma e’ avvenuto in profondita’ e al largo e quindi l’energia si disperde man mano che ci si allontana dall’ipocentro. L’importante – ha sottolineato il ricercatore dell’Ingv – e’ rendersi conto che non siamo davanti ad un fenomeno esteso che sta coinvolgendo il centro Italia. Il terremoto di Ravenna, per ora è circoscritto a quell’area e non ha niente a che vedere con quello dell’Emilia”. Nessun danno a Ravenna. ”In queste ore sono in corso controlli sugli edifici pubblici. Dalle prime verifiche non risulta ci siano stati danni particolari. Le scuole sono regolarmente aperte”. E’ il messaggio del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, dopo la nuova scossa di terremoto che stamani alle 6.08 ha riguardanto la Romagna, con epicentro nel mare Adriatico, e che secondo le prime impressioni degli esperti non sarebbe collegato allo sciame sismico che dal 20 maggio è in corso in Emilia, e in particolare nel Modenese. “L’unica scuola in cui la dirigente ha chiesto un intervento di controllo – ha detto ancora Matteucci – è il liceo scientifico”.

Testo:Sotto bombardamento Ligabue

Tieni giù la testa che volano mig volano titoli anche tu vedo che ti senti nuda come me Me che qui più sento e meno meno meno sento Ci si sente profughi sotto bombardamento! Dicevi che il mondo va cambiato e intanto è lui che cambia te dicevi che il mondo va capito è lui che non capisce te non capisce te non capisce te Parla più piano che non ti sento sotto sotto sotto sotto bombardamento Chiudimi a chiave quando mi hai dentro sotto sotto sotto sotto bombardamento oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh Il fuoco si allarga spinto dal vento sotto bombardamento! Tieni giù la testa che volano news sparano missili Stiamo qui nel rifugio che viveri ce n'è ce n'è Ti diranno sempre che uno vince e l'altro perde ci sarà un antidoto per questa overdose di merda Dicevi che il mondo va cambiato e intanto è lui che cambia te dicevi che il mondo va colpito e intanto lui colpisce te lui colpisce te lui colpisce te Parla più piano che non ti sento sotto sotto sotto sotto bombardamento Chiudimi a chiave quando mi hai dentro sotto sotto sotto sotto bombardamento oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh Il fuoco si allarga spinto dal vento sotto bombardamento! oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh Parla più piano che non ti sento sotto sotto sotto sotto bombardamento Chiudimi a chiave quando mi hai dentro sotto bombardamento!

mercoledì 6 giugno 2012

L'Ultima notte al mondo

Cade la neve ed io non capisco che sento davvero, mi arrendo, ogni riferimento è andato via... spariti i marciapiedi e le case e colline... sembrava bello ieri. Ed io, io sepolto dal suo bianco mi specchio e non so più che cosa sto guardando. Ho incontrato il tuo sorriso dolce, con questa neve bianca adesso mi sconvolge, la neve cade e cade pure il mondo anche se non è freddo adesso quello che sento e ricordati, ricordami: tutto questo coraggio non è neve. E non si scioglie mai, neanche se deve. Cose che spesso si dicono improvvisando: Se mi innamorassi davvero saresti solo tu, l'ultima notte al mondo io la passerei con te mentre felice piango e solo io, io posso capire al mondo quanto è inutile odiarsi nel profondo! Ho incontrato il tuo sorriso dolce, con questa neve bianca adesso mi sconvolge, la neve cade e cade pure il mondo anche se non è freddo adesso quello che sento e ricordati, ricordami: tutto questo coraggio non è neve. E non si scioglie mai, neanche se deve. Non darsi modo di star bene senza eccezione, crollare davanti a tutti e poi sorridere. Amare non è un privilegio, è solo abilità, è ridere di ogni problema... mentre chi odia trema. Il tuo sorriso dolce è così trasparente che dopo non c'è niente, è così semplice, così profondo che azzera tutto il resto e fa finire il mondo. ...E mi ricorda che il coraggio non è come questa neve. Ho incontrato il tuo sorriso dolce, con questa neve bianca adesso mi sconvolge, la neve cade e cade pure il mondo anche se non è freddo adesso quello che sento e ricordati, ricordami: tutto questo coraggio non è neve.
Terremoto in Emilia, oltre 600 scosse dal 29 maggio ad oggi Sono 638 le scosse di terremoto registrate dal secondo sisma del 29 maggio fino alle 7.36 di stamattina, 13 delle quali superiori a magnitudo 4 e sette oltre magnitudo 5 (l'ultima di domenica sera a 5.1). E' il nuovo aggiornamento fornito dall'assessore alla Protezione civile dell'Emilia-Romagna, Paola Gazzolo, che ha fatto il punto in Aula. Nella sola notte di martedì 5, dalla mezzanotte alle 9, la terra ha tremato altre 15 volte. Le scosse, riferisce l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, sono state di intensità variabile tra 2.1 e 2.8, ma non sono state avvertite dalla popolazione perché molto in profondità. Intanto, sale a 26 il bilancio delle vittime del sisma dopo che martedì 5 giugno sono morte due donne che erano state ricoverate in ospedale dopo il sisma del 29 maggio. Sandra Gherardi, 46 anni, di Cento donna era ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale Maggiore di Bologna, in seguito al crollo di un cornicione di cui era rimasta vittima dopo la violenta scossa avvenuta attorno alle 9 del mattino. Si è spenta invece all'ospedale di Baggiovara (Modena) Liviana Latini, 65 anni, che era rimasta sotto le macerie del suo appartamento a Cavezzo.

sabato 14 aprile 2012

Ieri ho visto un delirio dei leghisti e dei suoi militanti, che sono come capre che seguono il pastore, non guardano in faccia alla realtà, cosa che farebbe bene ogni tanto per uscire da quel ottica di razzismo in cui sono caduti.
Poi vanno a dire che Rosi Mauro non era buona perchè è di origine del sud e quelli del sud rubano sempre. Vorrei rispondere a questa citazione, prima cosa generalizzare è una cosa da ignoranti, secondo nel sud è nata la civiltà e la cultura e terzo se state zitti fate piu bella figura.

venerdì 24 febbraio 2012

Non siamo liberi.... quando torneranno le osterie, le cantine dove si beveva del buon vino, dove viaggiava la cultura, dove l'arte nasceva senza forzature. Oggi tutto è proibito, tutto stabilito, tutto quello che gli altri vogliono per noi. Quando torneranno i contadini, che con la loro pazienza fanno fiorire i prati e con la loro bravura ci davano da mangiare. Oggi solo manager, avvocati,poliziotti,dirigenti..... gente che non serve a un cazzo, gente fallita. Quando torneremo a rispettare la natura e chi vive in natura torneremo ad essere liberi finalmente da chi ci vuole schiavi.
Mi hanno detto che Guccini è di sinistra, mi hanno detto che l'epic metal è di destra, mi hanno detto che De Andrè è anarchico e mi hanno detto che Beethoven è per Nazisti!!!La verità è che io ascolto arte, chi mi ha detto queste cose, molto probabilmente, ascolta canzonette di un'estate!!!

mercoledì 1 febbraio 2012

Marketing and Advertising in action

Guerilla Marketing




L'era del marketing mordi e fuggi

Sul Web, le campagne di ampio respiro cedono spesso il passo a operazioni veloci e mirate. Il mezzo si presta perfettamente a questo scopo: basta farlo con intelligenza.

sabato 21 gennaio 2012

Far fronte in marcia tra timori e sgomenti e baldanza festante,
certo le circostanze non sono favorevoli..... e quendo mai...
bisognerebbe, bisognerebbe niente
bisogna quello che è, bisogna il presente.
Un contaggio dell' anima come pestilenza decreta l'evidente:
il tempo che corre il tempo moderno scivola al piano s'ammassa s'appiatta. Livella l'odierno
Certo le circostanze non sono favorevoli.

Bellissimo pezzo di Lindo Ferretti, che il 7 versi riassume la morte della civiltà, della personalità, del viver sano.

venerdì 6 gennaio 2012

In questo periodo stiamo toccando l'apogeo tra consumismo e il baratro a cui stiamo andando incontro. Già venti anni fà qualcuno auspicava che il consumismo, la cultura di massa stava uccidendo la vera identità degli uomini. Tutto questo oggi non solo è avvenuto, ma siamo anche andati oltre. Il consumismo, il capitalismo, i poteri forti non solo hanno invaso la nostra vita, le nostre menti, ma stanno anche distruggendo Noi in quanto persone, in quanto esseri pensanti dotati di intelletto e ragione.
Questi poteri ormai ci pilotano dopo averci manipolato con le loro speranze, ci muovono come marionette, e se si riesce ad evadere da questa bolla in cui ci hanno avvolto ci isolano ci emarginano cioè non siamo più niente.
Oggi bisogna reagire, bisogna far cadere questi poteri che sono come le nuvole, non ci fanno vedere il sole. Bisogna capire che non possiamo andare da nessuna parte restando immobili, e farci muovere da loro. Rompiamo queste bolle che ci circondano, in cui ci hanno imprigionato, cominciamo a pensare con i nostri cervelli, spegniamo le televisioni, mandiamo a fare in culo tutti quelli che ci danno consigli, mandiamo in esilio la classe politica, chiudiamo tutte le banche, facciamo fallire le assicurazioni, licenziamo il nostro capo, chiudiamo le agenzie di rating, non leggiamo più giornali.......................VIVIAMO COME CI PARE.

Febbre da cavallo.

Lo stress di un genitore ha il suo apice quando i propri bimbi hanno la febbre. Ma non Una semplice febbre, un febbrone che non si c...