giovedì 11 aprile 2013

Il cinema come esploratore

1. Dal cinematografo al cinema: il montaggio come effetto speciale




Il cinema è una forma di spettacolo consistente nel proiettare su uno schermo immagini in movimento.
La sua nascita è fissata per convenzione al 28 dicembre 1895, data della prima proiezione pubblica dell'apparecchio inventato dai fratelli Lumière. Il cinematografo si rivela da subito una formula vincente per lo spettacolo delle immagini in movimento. All'indomani della prima proiezione pubblica e a pagamento del cinematografo, l'entrata del Salon Indien, ambiente adibito a sala, fa presa d'assalto da un pubblico ogni giorno più consistente tanto da dover organizzare un servizio d'ordine per gestire la folla. La stampa, invitata, fu assente. La prima immagine che appare sullo schermo è una panoramica della piazza Bellecour di Lione, seguita da L'uscita degli operai dalle officine Lumière a Lione, e da L'arrivo del treno alla stazione di La Ciotat, dove si scatenano le prime reazioni de pubblico dovute al realismo dell'immagine in cui il treno sembra non fermarsi e invadere la platea, prima di attraversare diagonalmente lo schermo.





Piazza Bellecour


Visto il grande successo, le proiezioni diventano sempre più frequenti e via via iniziano ad essere costruite sale permanenti, che si vanno affiancando ai già numerosi cinema ambulanti. Ai fratelli Lumière il merito di aver messo a punto e perfezionato il cinematografo, ma lo spettacolo delle immagini in movimento si associa al nome dell'inventore del cinema: Georges Mèlies. Illusionista e prestigiatore, definito dallo stesso Lumière come "il creatore dello spettacolo cinematografico", Mèlies si rifà alla capacità narrativa del teatro e della letteratura per inventare con la fantasia immagini elaborate capaci di catturare l'attenzione degli spettatori. Inventa la regia cinematografica e fa procedere ancora più profondamente il film sulla strada della spettacolarizzazione. I trucchi e il fantastico sono i due aspetti della rivoluzione che opera. Nel 1895 Mèlies adotta prima le pellicole di Edison, poi fonda la Star-Film e inizia a girarne di proprie. Con qualche difficoltà riesce a migliorare i propri strumenti e a sostituire nel teatro i numeri di magia con la "magica" proiezione di film di cui s'improvvisa produttore, scenarista, scenografo, regista e attore. Alla fine del 1896 Mèlies film la piazza dell'Opera a Parigi: la pellicola si blocca ad un tratto, ma in un minuto si rimette in marcia. Nel frattempo, la scena è mutata. Proiettando la pellicola, Mèlies vede improvvisamente un omnibus trasformato in altre cose. Il trucco della metamorfosi è trovato. Il film diventa così, un sistema di fotografie animate che acquista caratteri spaziali e temporali nuovi.
Nel 1897 Mèlies crea a Parigi un laboratorio di sviluppo che fungerà da teatro di posa. Lì vengono girati, fino al 1913, migliaia di film che avranno immediato successo in tutto il mondo. Inizia così ad essere imitato da altri produttori, specialmente negli Stati Uniti. Per ostacolare la diffusione all'estero di film contraffatti illegalmente, Mèlies introduce su ogni fotogramma il marchio della propria casa di produzione, la Star-Film, e deposita una copia di tutte le sue pellicole presso la Biblioteca del Congresso di Washington, dove si trovano tuttora. 

L'opera di Mèlies è di per sè sterminata e multiforme: durante la sua attività non smette mai di sperimentare nuove soluzioni tecniche ed espressive. Sfrutta le potenzialità del nuovo mezzo per la creazione di quel mondo barocco e ingenuo, sorprendente e irreale che già aveva ricreato nei proprio spettacoli. Usa il cinema, come lui stesso ha modo di dichiarare, "per rendere possibile ciò che era impossibile in teatro". Nei primi anni del Novecento alla produzione di scene comiche o illusioniste si aggiungono film dei tipi più diversi, dalla commedia romantica al dramma sociale, fino al tema politico da L'affaire Dreyfus




Nel 1900, accanto ai fratelli Lumière, inizia ad ideare spot pubblicitari, concepiti come una serie di trucchi e proiettati su uno schermo all'esterno dei teatri. Effettua, inoltre, esperimenti che lo portano alla scoperta, spesso casuale, di nuovi espediente tecnici, poi adattati alla creazione di trucchi per film di magia, basati sulla sparizione di oggetti o persone, ottenuta bloccando le riprese e riprendendole a sostituzione avvenuta, sulla lievitazione di oggetti tramite la ripresa a passo uno, sull'accelerazione e la retromarcia del movimento dei personaggi, il primo piano e la carrellata di particolari resi irreali.
L'Escamotage d'une Dame-foto di uno dei trucchi


In alcuni film, Mèlies sperimenta anche l'uso del colore, ovvero fa dipingere ogni fotogramma a mano in un laboratorio dove lavorano duecento ragazze, ottenendo effetti originali, come nella scena in cui due uomini di colore si schiaffeggiano a vicenda cambiando colore ad ogni colpo. Walt Disney farà poi tesoro di queste prime, geniali sperimentazioni.


Con il diffondersi delle aspettative che vedono nel cinema un testimone storico dell'assoluta attendibilità, Mèlies anticipa il tema della falsificazione o simulazione della realtà. Nel suo studio di Mountreil gira, ad esempio, le immagini dell'incoronazione di Edoardo VII prima che questa abbia realmente luogo: il ricorso agli attori mette in crisi l'idea che le immagini cinematografiche comunichino la verità delle cose. Siamo al cospetto della piena assunzione del cinema nell'ambito dei processi dell'immaginario collettivo. Il cinema accorda e raccorda i frammenti temporali secondo un ritmo particolare, che è quello dell'azione. Il montaggio unisce e ordina in una continuità la successione discontinua delle inquadrature. E' questo il ritmo che, partendo da serie temporali, ricostruirà un tempo nuovo, fluido. Il tempo è letteralmente truccato. Il passaggio dal presente al passato avviene senza ostacoli. 


Contemporaneamente alla metamorfosi del tempo, il cinema opera la metamorfosi dello spazio mettendo la macchina da presa in movimento e dotandola di ubiquità. Infatti essa esce dalla sua immobilità con la panoramica e la carrellata, perde la sua originaria rigidità, acquista progressivamente scioltezza, può piazzarsi in ogni angolo e "guardare" in un qualsiasi punto dello spazio. La qualità tipicamente cinematografica di fissare gli eventi nel momento in cui questi accadono non basta a garantire la penetrazione del medium nell'economia dei consumi culturali. L'istanza del "fantastico", già iniziata con i fratelli Lumière, viene ripresa e "spalmata" sull'intero corpo del cinema da Mèlies.


Il cinema si ritrova quindi, a rappresentare un tipo di immaginario che il pubblico di massa ritrova nella propria esperienza quotidiana. Diventa, insomma, lo specchio della nuova società.

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