mercoledì 24 aprile 2013

IL CINEMA NELLA SOCIETA' DI MASSA

Il cinema, fin dalla sua nascita, ha rivestito un ruolo predominante nei processi dell'industria culturale, della comunicazione e soprattutto si è insediato nelle pratiche dell'immaginario collettivo. Benchè Luis-Jean e Auguste Lumière abbiano brevettato il cinematografo più di cento anni fa, oggi il cinema non si presenta come un relitto di un'età precedente ma, al contrario, come uno dei media più attivi della stessa industria culturale. 
Un medium di grande rilievo, forse quello che più caratterizza il XX secolo, soprattutto perchè partecipa attivamente al processo di trasformazione della società, che racconta e mette in scena la metropoli riuscendo a stare al passo con il suo repentino cambiamento. In questa visione, il cinema s'impone come uno dei cardini delle dinamiche di socializzazione.
Nell'interpretazione del fenomeno cinematografico di Kracauer , la cinematografia diventa attenta e laica interpretazione delle dinamiche sociali e i film sono lo specchio della società presente. Il sociologo                                  
Kracauer

tedesco, attento osservatore dell'impatto del cinema sul pubblico, afferma che i film di una nazione riflettono la sua mentalità, le sue trasposizioni, le sue tendenze, i suoi bisogni, in una parola la sua psicologia in un periodo circoscritto.
La società, continua Kracauer, è un organo troppo potente per consentire rappresentazioni a lei non gradite, quindi i film devono rispecchiarla. 
Ci troviamo qui al cospetto di un passaggio fondamentale degli studi sul cinema: è con Kracauer e la prospettiva della scuola di Francoforte che questo medium inizia ad essere considerato come elemento che partecipa all'azione interindividuale. I francofortesi comprendono, infatti che il cinema non è solo spettacolarizzazione. E' difatti proprio attraverso il cinema che si diffondono stereotipi di una formazione sociale. Lo schermo mostra il mondo in una determinata epoca, la macchina da presa cerca quello che appare importante a tutti, mostra la società moderna e sempre più spesso sullo schermo scorrono tracce della quotidianità e delle sue trasformazioni. Oggi, proprio su questi presupposti, la sociologia del cinema sottolinea che per analizzare la società bisogna vedere ciò che l'industria cinematografica ci rivela, visto che i film possono essere considerati come la somma delle ideologie sociali. Gli spettatori sono rassicurati dal vedere rafforzato ciò che sanno, il film persuade per il fatto che si conforma ad un sapere precedente che viene in un certo modo legittimato; si è più sensibili verso ciò che si conosce. Lazarfeld e Merton ci presentano il cinema con una duplice funzione: da un lato come elemento di modernizzazione e dall'altra come compensazione degli effetti della modernità, così che non incarna solo il senso di alienazione metropolitana, ma anche le dinamiche culturali e i bisogni sociali. 
A questo punto si deve sottolineare il fatto che il cinema si affaccia sulla scena dell'industria culturale in quanto processo attivo nel quadro degli sviluppi sociali, partecipa ad essi e si costruisce sulla spinta delle loro dinamiche di attivazione, e infine ha il preciso dovere di cogliere la portata delle trasformazioni sociali. Non si può, dunque, negare che il film sia intimamente penetrato nelle tendenza e nelle aspirazioni dell'epoca nella quale viene prodotto, e grazie ad esso si riesce ad esporle e a svilupparle.
Di contro Marc Ferro vede l'immagine non come una copia esatta della realtà ma come un rilevatore: la macchina da presa svela il segreto, mostra anche il rovescio; insomma il film sarebbe una specie di contro analisi della società perchè, a differenza della letteratura, il cinema non possiede il controllo degli strumenti di cui si serve, registra dettagli all'apparenza minuscoli la cui presenza, a volte, basta per rivelare altri sistemi di lettura. Comunque sia il cinematografo dei Lumière, come innovazione tecnologica, ha contribuito ad amplificare aspettative e bisogni del pubblico nei riguardi del consumo di immagini. Il cinema impersonifica non solo situazioni reali e possibili, ma fa nascere sogni e desideri a chi, seduto in poltrona, guarda lo schermo.


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